Una volta le MotoGP (e prima ancora le 500) erano moto “pulite”: niente alette, niente profili strani.
Oggi guardi la griglia e sembra un reparto aerospaziale su due ruote.
Non è solo estetica: l’aerodinamica è diventata una delle armi più importanti nello sviluppo.
In questa guida vediamo cosa fanno davvero le alette, cos’è il downforce,
come cambiano stile di guida, sorpassi e sviluppo delle moto moderne.
1. Cosa sono le alette (winglets) in MotoGP
Le alette che vedi sul frontale e sui lati della carena sono profili aerodinamici studiati per generare
carico verticale (downforce) alle alte velocità. L’idea è semplice:
più velocità = più aria deviata = più pressione verso il basso sulla ruota anteriore.
Risultato: la moto tende meno a impennare, resta più stabile in frenata e in ingresso curva,
e il pilota può usare più potenza senza che l’anteriore si stacchi da terra in continuazione.
2. Cos’è il downforce e perché è così importante
Il downforce è una forza che “schiaccia” la moto verso l’asfalto grazie alla forma delle superfici aerodinamiche.
Non aumenta il peso reale, ma il “peso percepito” alle alte velocità.
- Riduce le impennate in accelerazione.
- Aumenta la stabilità quando il pilota frena forte.
- Aiuta a mantenere la ruota anteriore appoggiata, migliorando direzionalità.
Con più stabilità, i piloti possono usare mappe più aggressive, aprire prima il gas e sfruttare meglio la potenza.
3. Come le alette cambiano lo stile di guida
L’aerodinamica non influenza solo i numeri, ma anche il modo in cui i piloti guidano:
- Entrata curva: maggiore stabilità in frenata permette staccate più profonde e controllate.
- Metà curva: la moto tende a essere più “piantata” davanti, richiedendo un feeling diverso nello sterzo.
- Uscita curva: meno impennate = più trazione utilizzabile = accelerazioni più efficaci.
Il pilota moderno deve adattarsi a un pacchetto dove aerodinamica, elettronica e gomme lavorano insieme. Non è più solo “manico”.
4. Effetti su sorpassi e bagarre
L’altra faccia della medaglia è l’effetto sullo spettacolo:
- Dietro un’altra moto, l’aria è più “sporca”: le alette possono perdere efficacia.
- Questo può rendere la moto meno stabile in scia, complicando alcune fasi di attacco.
- In frenata e ingresso curva, i piloti devono gestire turbolenze e grip non sempre prevedibili.
Per questo spesso vediamo lunghe fasi di studio prima di un sorpasso deciso:
non è solo tattica, è anche gestione dell’effetto aerodinamico delle moto davanti.
5. Non solo frontale: carene, convogliatori e codone
Le alette sono la parte più visibile, ma l’aerodinamica MotoGP è un puzzle completo:
- Convogliatori laterali: gestiscono flussi d’aria su radiatori, gomme e freni.
- Carene inferiori: influenzano stabilità in piega e nei cambi di direzione.
- Codone: aiuta a pulire il flusso d’aria in uscita, migliorando stabilità sul dritto.
Ogni modifica deve rispettare il regolamento, che limita dimensioni e soluzioni estreme per contenere costi e
mantenere una certa parità.
6. Aerodinamica vs regolamento: il gioco degli sviluppi
Le case cercano vantaggio, il regolamento mette paletti.
Questo crea una continua sfida:
- Gli aggiornamenti aerodinamici sono omologati e limitati numericamente.
- Ogni pacchetto deve essere studiato per funzionare su tanti circuiti diversi.
- Una soluzione estrema che va fortissimo su 2 piste ma penalizza sulle altre è spesso un cattivo affare.
Il risultato è che l’aerodinamica MotoGP è un compromesso raffinato
tra downforce, drag (resistenza) e versatilità.
7. Cosa passa dalla MotoGP alle moto stradali
Non è solo marketing: molte sportive moderne iniziano a integrare
alette, condotti aria e frontali ispirati alla MotoGP.
- Migliore stabilità alle alte velocità.
- Maggiore protezione dal vento.
- Look racing che richiama il mondo corse.
Dietro una carena “aggressiva” spesso c’è almeno in parte lo stesso lavoro concettuale visto in pista.
8. Come leggere una MotoGP con occhi diversi
La prossima volta che guardi una gara, fai caso a:
- Quanto poco le moto impennano in uscita dalle curve lente.
- Quanto stabili restano nelle staccate più forti.
- Come cambiano comportamenti in scia o con vento laterale.
Tutto questo è anche frutto del lavoro sull’aerodinamica, non solo del pilota.
9. Conclusione: l’aerodinamica è il “pilota invisibile”
Le alette e le carene della MotoGP non sono un vezzo estetico:
sono un pilota invisibile che tiene giù l’anteriore, stabilizza la moto,
permette di usare più cavalli e condiziona strategie e sorpassi.
Capirne il ruolo ti fa leggere ogni gara con un livello in più di consapevolezza:
dietro a ogni piega c’è un lavoro di fluidodinamica tanto importante quanto il talento di chi è in sella.

