Quando guardi una MotoGP volare in pista vedi il pilota, la moto, il cronometro.
Quello che non vedi è una valanga di numeri che ogni giro finisce nei monitor del box:
è la telemetria, il sistema che racconta esattamente cosa sta succedendo in ogni metro del tracciato.
In questa guida scopriamo come funziona, quali dati raccoglie, come vengono letti dagli ingegneri
e perché è diventata decisiva per setup, sviluppo e strategia.
1. Cos’è la telemetria in MotoGP
La telemetria è l’insieme di sensori + centralina + software che registra in tempo reale
cosa fa la moto e come reagisce il pilota. Non è fantascienza: è uno strumento tecnico che
trasforma ogni giro in informazioni misurabili.
I dati vengono salvati sulla moto e scaricati in box a fine sessione (e durante, nei campionati e modalità consentite),
per essere analizzati da ingegneri e tecnici insieme al pilota.
2. Quali dati vengono raccolti
I sensori montati su una MotoGP possono misurare un elenco impressionante di parametri. I principali:
- Posizione gas: quanto il pilota apre l’acceleratore in ogni punto.
- Velocità ruote: per capire se c’è slittamento (spinning) o impennate.
- Regime motore: giri/minuto e uso del motore lungo il giro.
- Marcia inserita e cambi marcia.
- Pressione freni anteriore/posteriore: quanto e dove frena forte.
- Angolo di piega (lean angle).
- Escursione sospensioni: quanto lavorano forcella e mono.
- Accelerazioni longitudinali e laterali (forze G).
- Temperature (acqua, olio, freni, talvolta gomme).
Messo insieme, questo quadro racconta con precisione chirurgica come la moto si comporta
e come il pilota la sta usando.
3. Dal giro “a sensazione” al giro “a prova di dati”
Il pilota esce, rientra ai box e dice: “In curva 3 l’anteriore si muove, in uscita 9 pattino tanto”.
Prima si lavorava solo sulle sue sensazioni. Ora gli ingegneri aprono i grafici e verificano:
- In curva 3 si vede un picco di compressione forcella + drop di velocità → forse forcella troppo morbida o ingresso troppo aggressivo.
- In uscita 9 c’è molto spinning → si può cambiare mappa, rapporti o linea.
La telemetria non sostituisce il pilota, ma traduce le sue sensazioni in numeri, confermandole o correggendole.
4. Come la telemetria influenza il setup
Ogni regolazione viene fatta con un obiettivo misurabile:
- Se la moto pattina troppo in accelerazione → si interviene su elettronica, sospensioni o rapporti.
- Se il pilota non sfrutta tutto il freno anteriore → si valuta feeling impianto, bilanciamento o posizione.
- Se la forcella va spesso a fine corsa → molla più dura, più precarico o diversa idraulica.
- Se la moto è instabile in frenata → si controllano trasferimenti di carico e intervento di freno motore.
Il risultato è un processo continuo: si prova, si legge, si modifica, si riprova.
5. Telemetria e stile di guida: confronti tra piloti
Uno degli usi più interessanti è il confronto tra compagni di squadra.
Gli ingegneri possono sovrapporre i dati e vedere:
- dove uno frena più tardi,
- dove apre il gas prima,
- dove usa una marcia diversa,
- dove mantiene più velocità in curva.
Questo aiuta il pilota più in difficoltà a capire cosa fa il compagno, non solo “se va più forte”.
È uno strumento potentissimo anche per i rookie che salgono da Moto2.
6. Limiti regolamentari e funzione “live”
Il regolamento definisce come e quanto i dati possono essere trasmessi e usati.
La telemetria in tempo reale è limitata rispetto ad altre categorie (come la Formula 1),
ma il flusso di informazioni è comunque sufficiente per:
- monitorare sicurezza e parametri critici,
- capire se ci sono anomalie su freni, motore, elettronica,
- preparare modifiche immediatamente dopo la sessione.
L’obiettivo è trovare un equilibrio tra tecnologia, costi e ruolo centrale del pilota.
7. Vantaggi e rischi della “dipendenza dai dati”
Pro:
- Setup più precisi.
- Sviluppo più mirato di motore, telaio, aerodinamica.
- Analisi oggettiva degli errori (del pilota o della moto).
Contro (se gestiti male):
- Rischio di leggere solo numeri e dimenticare il feeling del pilota.
- Possibile omologazione degli stili di guida.
I team migliori sono quelli che sanno incrociare telemetria e sensibilità del pilota,
non sostituire una con l’altra.
8. Cosa puoi “rubare” come appassionato
Anche se non hai accesso ai dati ufficiali, sapere come funziona la telemetria ti aiuta a:
- leggere meglio grafici e analisi che compaiono in TV o online,
- capire perché un pilota insiste su una modifica apparentemente minima,
- apprezzare che dietro a un decimo di miglioramento ci sono ore di lavoro sui numeri.
9. Conclusione: dietro ogni giro veloce c’è una storia di dati
La telemetria in MotoGP è il ponte tra uomo e macchina:
racconta ciò che succede in pista con una precisione che l’occhio umano non può avere,
ma ha senso solo se letta con l’esperienza di pilota e tecnici.
La prossima volta che vedi un pilota abbassare il tempo di qualche decimo,
sappi che dietro c’è anche un lavoro silenzioso di grafici, sensori e decisioni prese al millimetro.
